Dissesto: la Corte Conti massacra il “piano salva-Soverato” del commissario Rizzo

La commissaria Virginia Rizzo (al centro) con i dirigenti comunali
La commissaria Rizzo (al centro) con i dirigenti comunali

Sonora bocciatura delle misure adottate negli ultimi anni, compreso il 2013. Si avvicina il default.

A leggere le 35 pagine di motivazioni della delibera con la quale la Corte dei conti ha bocciato il piano salva-Soverato, motivazioni rese note ieri dal Comune, si può dire che il dissesto è ormai alle porte. La Corte dei conti, infatti, nel dichiarare il piano incongruo per il riequilibrio delle finanze comunali, condanna severamente le irregolarità emerse dall’approvazione del bilancio 2010, ma evidenzia anche una quasi totale debacle delle misure adottate negli anni seguenti, comprese quelle relative alla gestione 2013 del commissario Maria Virginia Rizzo. Dopo aver ricostruito il travagliato iter di domande, risposte, documentazione inviata dal Comune, i giudici arrivano ad alcune conclusioni che bocciano spietatamente il piano approvato dall’allora amministrazione Taverniti e riformulato sotto la gestione Rizzo. Eccone una sintesi, solo esemplificativa di una delibera molto più vasta e articolata (che si può leggere in albo pretorio, dove il Comune l’ha pubblicata ieri in seguito a una fuga di notizie su una testata on line cittadina).

Innanzitutto il Comune ha compiuto un gran pasticcio con una questione fondamentale come quella dei debiti fuori bilancio (cioè quelli assunti in violazione dei principi contabili che regolano gli enti locali, ndr). Il “piano Rizzo” ammette circa 5,5 milioni euro per questo tipo di debiti, ma ne riconosce solo 1,5 milioni circa contro i 500 mila non riconosciuti, senza nulla decidere per la parte residua pari a oltre 3 milioni. Un’operazione che non convince la Corte. Ma il vero punto dolente è che non sono mai stati stipulati, neanche nel 2013, idonei accordi rateizzazione di questi debiti con i creditori interessati, il che – secondo i giudici – rende il piano già di per sé incongruo, perché i creditori potrebbero rifiutarla in tutto o in parte.

Sempre sul fronte debiti, poi, esisterebbe per la Corte una massa di debiti certi che l’ente non ha la liquidità per pagare: oltre 9,7 milioni solo quelli maturati al 31 dicembre 2012 e non pagati al 4 novembre 2013. Una cifra molto superiore ai 587 mila euro di anticipo dell’importo ricevuto dal Comune dal fondo di rotazione concesso agli enti in riequilibrio (anticipo che dovrà essere ora restituito, in caso di dissesto). Anche in questo caso, spiegano i giudici, non risultano accordi con i creditori per rateizzare o evitare interessi e rivalutazioni.

La magistratura contabile mette anche in evidenza il disastro dei residui attivi e passivi, cioè dei crediti e dei debiti certi ed esigibili ma non pagati nell’anno corrente e riportati di bilancio in bilancio negli anni successivi. Un disastro che parte da lontano, ma che continua negli ultimi anni diventando palese anche all’interno nel piano di riequilibrio, con la cancellazione non adeguatamente motivata di alcuni debiti ingenti, e il mantenimento o reinserimento di crediti vetusti e di dubbia esigibilità (ad esempio Ici anni 2003 e seguenti, Tarsu 2001 e seguenti, imposta sulla pubblicità anno 2000, sanzioni amministrative anni ’97 e seguenti). Un insufficiente riaccertamento dei debiti/crediti che per la Corte pesa come un macigno sull’attendibilità del disavanzo dichiarato dal Comune nel 2013 (circa 3 milioni di euro, la metà di quello dichiarato dall’amministrazione Taverniti pari a 6, 5 milioni circa, e sul quale la Corte avanza comunque dubbi). A fronte di questi elementi di inattendibilità/irregolarità sul fronte del debito, che a onor del vero erano state puntualmente denunciate in un’apposita conferenza stampa da Antonello Gagliardi (Semplicemente Soverato), i giudici considerano troppo fragili le previsioni del Comune sul fronte delle entrate finanziarie.

Antonello Gagliardi nella conferenza stampa sui conti del Comune
Antonello Gagliardi nella conferenza stampa sui conti del Comune

Il capitolo più drammatico è quello della “scarsa capacità di riscossione dei tributi costantemente dimostrata dall’ente”. I giudici rilevano percentuali bassissime, nell’ordine del 5-10% di riscossione dei residui per Tarsu e Ici/Imu nel triennio 2010-12, per non parlare del servizio idrico integrato per il quale nello stesso periodo, “in conto competenza il Comune non ha riscosso nulla”, scrivono i magistrati. Ma non va molto meglio nel 2013, con percentuali sempre molto basse e risultati definiti “scarsi” dalla Corte. A mettere in dubbio la fondatezza di alcune dichiarazioni dell’ente, come quella relativa all’innalzamento all’aliquota massima delle tariffe e dei tributi locali, anche la sentenza del Tar Calabria che ha annullato le tariffe Tarsu 2011 e 2012, adottate dalla ex amministrazione, perché non motivate.

Nè secondo i giudici è del tutto credibile la previsione di introiti del piano di alienazioni immobiliari, pari a 5 milioni di euro, giudicata troppo ottimista, visto anche che le gare per la vendita di immobili di rilevante importo non hanno dato finora alcun esito. Altre voci sulle quali il Comune ha puntato molto nel piano, come la riduzione della spesa per il personale soprattutto per pensionamenti, viene considerata “irrisoria” dai giudici per i primi anni, e poi non del tutto coerente perché non terrebbe conto di altri fattori, come ad esempio il rinnovo del ccnl, la mancata costituzione del fondo integrativo o la spesa per le varie esternalizzazioni del lavoro prima svolto dai dipendenti.

Insomma, una “cronica incapacità dell’ente di riscuotere e di pagare”, confermata anche per il 2013, che non permette ai giudici di promuovere il piano di salvataggio e che, decorsi 30 giorni per eventuale impugnazione da parte del Comune, darà il via alla procedura di dichiarazione di dissesto finanziario. Dal canto suo, la commissaria Rizzo in arrivo oggi in città, terrà una riunione decisiva tra domani e dopodomani con i dirigenti e i consulenti del Comune, revisore dei conti compreso, per una valutazione definitiva sull’opportunità di un ricorso. In caso di rinuncia, il dissesto potrebbe arrivare entro marzo.

Teresa Pittelli

 

By Teresa

Giornalista, ora anche blogger, vive nei dintorni di Soverato con il marito Orlando e i due figli Viola e Luigi. Cerca di scrivere quello che di bello e di brutto succede nella sua terra, e conservare obiettività e serenità anche quando il contesto non aiuta.

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