Da S. Caterina un nuovo modo di incentivare il turismo: alla scoperta della vera Calabria con le top blogger italiane.

gruppo untoldUntold: taciuto. Questo il significativo nome dell’evento che in questi giorni sta irradiando da S. Caterina (Cz) un modo unico di fare e incentivare turismo in Calabria. Un progetto innovativo per gli operatori e tutto l’indotto turistico regionale che prende spunto da un ormai consolidato paradigma da superare: quello che vuole il turismo in Calabria come vacanza economica al mare. “Oggi qui si dimostra che la Calabria è terra di storie, di tradizioni, gastronomia e cultura, e le attività offerte dal territorio sono in realtà il bagaglio più importante che accompagna la nostra regione”, spiega Marco Badolato, tra gli ideatori dell’iniziativa voluta dalla Proloco di S. Caterina e dagli operatori locali con il patrocinio della Regione Calabria. Il progetto, che sarà all’Expo di Milano, prevede l’organizzazione di un tour per sei blogger molto seguiti e un giornalista Ansa che possano divulgare in rete e nei vari media le potenzialità del territorio. I blogger e giornalisti coinvolti sono Chiara Chinello (Ro), coordinatrice blogger e blogger, Cristina Lodi (Fi) di www.2fashionsisters.comFederica Soletti (Ge) di www.iloveshoppingwithfede.comRoberta Mirata (Pv) di http://rbm-in-metamorphose.blogspot.it, Ramona Pizzano (Av) di http://farinalievitoefantasia.itMaria Giovanna Abagnale (Na) di http://www.myglamourattitude.com.

Il catoio di FrancoLe sei ragazze iniziano il loro viaggio nell’altra Calabria con una passeggiata che le porterà ad attraversare prima la vallata dei calanchi fino ad arrivare a un antico Casino di Caccia della famiglia Badolato dove viene messa in scena la vita contadina da attori che altro non sono che i nostri contadini. L’escursione continua con la visita all’antico borgo con le sue peculiarità come “il vicolo più stretto d’Italia”, i suoi bellissimi palazzi storici e gli interventi che lo stanno facendo rivivere dopo la sua distruzione nell’incendio del 1983. A pranzo ci si ritrova in uno dei tanti catoj scavati nella roccia che servivano a conservare anticamente le derrate alimentari e in tempi di guerra offrivano rifugio durante i bombardamenti. Con le storie narrate dai vecchi del luogo si torna indietro nel tempo. Si cantano le storie d’amore fra i contadini e le belle signore dei palazzi nobiliari, delle gesta di briganti gentiluomini. I racconti si susseguono e in questa Calabria da raccontare sottovoce l’iniziativa di un  gruppo di operatori della ristorazione e del turismo, ma anche di una comunità intera, ci avvicina di più alla vera vocazione del territorio.

vicolo più strettoNei territori di Santa Caterina dello Jonio grande importanza riveste la Torre di Sant’Antonio. E’ una torre “cavallara” costruita nel XIII° secolo e serviva per l’avvistamento delle flottiglie di pirati (balcanici, greci, anatolici) provenienti dal mare. Si definisce cavallara perché era presidiata da due guardie (ognuno detto Cavallaro, da cui il cognome diffuso) che, a cavallo, perlustravano a turno il litorale. I segnali di pericolo erano diffusi con fumo e fiamme accese durante la notte sulla sommità. Se la datazione è precisa, la torre è la prima – o una delle prime – sulla costa ionica meridionale, e precede le torri angioine e durazzesche similari della fine del secolo XIV. Si trova sul litorale del paese di Santa Caterina, esempio delle molte torri cavallare tardotrecentesche che compaiono sulle rive calabresi. Da sempre Torre S. Antonio è un simbolo positivo per il paese di S. Caterina. L’attività profusa dalla signora Liana Badolato, moglie ed erede del defunto proprietario Francesco Badolato, prima, ed ora dal figlio Marco nella promozione dello sviluppo turistico del paese, ha portato oggi alla realizzazione di un progetto di promozione turistica unico nella zona. Untold solo per chi non vuole scoprire la vera Calabria!

Oreste Montebello

 

By Teresa

Giornalista, ora anche blogger, vive nei dintorni di Soverato con il marito Orlando e i due figli Viola e Luigi. Cerca di scrivere quello che di bello e di brutto succede nella sua terra, e conservare obiettività e serenità anche quando il contesto non aiuta.

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