Con “Essere Franca” trionfale chiusura della stagione al Grillo

valeri strabioliLa Valeri con i suoi ritratti fa venir giù la sala tra risate e applausi. Grande festa a maggio per i trent’anni del teatro

La grande Edith Piaf che voleva farle scrivere il testo di una sua canzone, e il maestro Arturo Toscanini andato ad ascoltare la prima volta quando “era piccola”, la seconda “nemmeno più tanto”, e Charlie Chaplin e Luchino Visconti. Un incredibile carnet di incontri che hanno segnato la sua storia umana e artistica, facendone ormai “una cantastorie” soprattutto per i giovani, lei che di ricordi “ne ha troppi”. E’ stata una Franca Valeri intensa, incantevole nel suo enorme sorriso e nel suo contatto continuo con il pubblico, quella andata in scena con “Essere Franca” al Teatro del Grillo di Soverato, intervistata da una spalla perfetta come Pino Strabioli.

Via via che Franca prende a sciorinare ricordi e aneddoti di quasi settant’anni di carriera, maschere di una vita come la signora snob della Milano bene o la sora Cecioni che telefona a mammà, il peso degli anni scompare dal suo viso, dalla sua voce, dal suo sguardo, invasi da un talento così straordinario da rendere irrilevante il tempo trascorso. Ed ecco l’intera sala del teatro che ride divertita ai racconti familiari, la “comicità dell’assurdo” della mamma, l’ironia del padre, per poi farsi attenta quando Franca ricorda la fine improvvisa dell’infanzia felice e borghese, tra Milano e le vacanze in Svizzera, allo scoccare delle leggi razziali fasciste che la riguardarono da vicino, essendo il padre ebreo. “Mi cacciarono da scuola ma io mi buttai sulla lettura in casa, studiai da sola letteratura francese”, rievoca Franca per poi osservare che la “guerra una volta finita è una cosa da dimenticare, tanto terribile era stato quel senso di minaccia con il quale convivere ogni ora”. E Franca è felice di dimenticare salendo sul palcoscenico già nel ’47 con Alessandro Fersen e il teatro di tradizione ebraica, presa per rimpiazzare un’attrice che aveva dato forfait.

L’incontro che le cambiò la vita fu a Roma, con Salce, Bonucci e Vittorio Caprioli (che divenne suo compagno per dieci anni e poi suo marito) e il loro Teatro dei Gobbi che, in quegli anni di rivista e paillettes, stupì tutti inventandosi il cabaret. Determinante la volta che i tre partirono per Parigi e non la vollero portare, ma la mandarono a tappare una loro assenza in radio: quando tornarono la ragazza aveva già spopolato facendo ridere milioni di italiani con le sue caricature femminili. Esilarante il racconto del matrimonio “improvvisato” a Ventimiglia con Caprioli, affascinanti i resoconti dell’approdo al cinema, con Vittorio De Sica e una giovanissima Sofia Loren ne Il segno di Venere. E quando Strabioli è uscito lasciando Franca da sola nel suo, a recitare i suoi ritratti compresa una strepitosa sora Cecioni fuori programma, ecco che è venuta giù la sala per le risate e gli applausi. Non poteva esserci migliore commiato per una stagione teatrale che segna anche un compleanno speciale: i trent’anni del Grillo, che saranno celebrati a maggio con una bella festa per lo storico teatro cittadino, come ha annunciato il direttore Claudio Rombolà.

Teresa Pittelli

 

By Teresa

Giornalista, ora anche blogger, vive nei dintorni di Soverato con il marito Orlando e i due figli Viola e Luigi. Cerca di scrivere quello che di bello e di brutto succede nella sua terra, e conservare obiettività e serenità anche quando il contesto non aiuta.

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