Teatro del Grillo, il bilancio del direttore Rombolà: “Stagione straordinaria”. Il 4-5 febbraio in scena il grande Roberto Herlitzka.

il soccombenteUn primo bilancio di metà stagione del Teatro del Grillo più che positivo, con un costante tutto esaurito nei due turni di spettacolo, rassegne stampa nazionali e regionali, un’offerta che accosta avanguardia e talenti emergenti, soprattutto calabresi, ai grandi e collaudati nomi del teatro italiano. Scelta che in partenza poteva apparire rischiosa, questa, e che invece ha fatto centro, anche nel pubblico più affezionato alla tradizione. E così a stravincere, di spettacolo in spettacolo, che fosse inserito nella proposta classica o in quella “sperimentale”, è stato lo stesso leit motiv: la qualità dell’opera e della recitazione, che ha puntualmente convinto il pubblico e la critica.

Molto soddisfatto del percorso compiuto fin qui Claudio Rombolà, direttore artistico del Teatro, realtà storica della cultura cittadina e oggi più che mai punto fermo della proposta teatrale di livello nel territorio. E così, particolarmente apprezzato è stato lo spettacolo Uccidete le madri andato in scena il 19 gennaio scorso, scritto e diretto da una giovane drammaturga calabrese, Camilla Cuparo, interpretato da un eccellente Luigi Iacuzio, basato su un fatto realmente accaduto nella provincia di Reggio Calabria. Lina dopo aver perso il figlio più piccolo in una resa dei conti con il clan mafioso locale, trascina nelle sue ossessioni di vendetta tutta la famiglia, decretandone la morte nella faida che ne scaturisce. L’ultimo figlio, Vito, il narratore del tormento e della sete di rivincita materni, tenta però di ribellarsi a questa logica. Fino alle estreme conseguenze dell’ultimo atto. Quella andata in scena a Soverato è la rappresentazione dell’ultimo dei sette peccati capitali, la suberbia, un progetto al quale la Cuparo si è dedicata per un decennio. Ma spente le luci su una delle più interessanti e coinvolgenti narrazioni della nuova generazione di drammaturghi meridionali, già cresce l’attesa per un capolavoro letterario come Il soccombente di Thomas Bernhard, che il 4 e 5 febbraio prossimi sarà portato in scena al Grillo dal grande Roberto Herlitzka, vincitore quest’anno del Nastro d’argento alla carriera e del David di Donatello come migliore attore.

Il celebre testo di Bernhard approda per la prima volta sui palcoscenici italiani con la riduzione di Ruggero Cappuccio e diretto da Nadia Baldi. Protagonista assoluto è un magnifico Herlitzka nel ruolo dell’io narrante, crudele e sarcastico, in grado di variare con millesimata calibrazione il registro del dialogo, mettendo in scena una rovinosa parabola sul successo, la fama, il fallimento e l’invidia. Il Soccombente è infatti uno dei testi più autobiografici dell’autore austriaco, primo romanzo della cosiddetta trilogia delle arti (musica, teatro e pittura), che racconta il rapporto fra il celeberrimo pianista canadese Glenn Gould e due suoi (sfortunati) compagni di studio al Mozarteum di Salisburgo, sotto l’insegnamento di Vladimir Horowitz. Siamo negli Anni Cinquanta e l’incontro darà il via a un rapporto di amicizia che si rivelerà inaspettato, ma anche fatale, soprattutto per uno dei tre: il soccombente, appunto. Entrambi i turni del 4 e del 5 febbraio saranno alle 20.45.

Teresa Pittelli

 

 

 

 

 

 

By Teresa

Giornalista, ora anche blogger, vive nei dintorni di Soverato con il marito Orlando e i due figli Viola e Luigi. Cerca di scrivere quello che di bello e di brutto succede nella sua terra, e conservare obiettività e serenità anche quando il contesto non aiuta.

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