Al centro commerciale “Marconi” di Cosenza il progetto culturale “Naturium”

Cosa si intende per Nutraceutica e Nutrigenomica?
“Nutraceutica e Nutrigenomica sono due termini di recente assimilazione nel vocabolario del grande pubblico. Recentemente si è molto discusso tra la correlazione fra cibo e Dna ed è in questo contesto che si individuano questi nuovi termini. Si tratta di un campo relativamente nuovo della medicina molecolare, che esamina i rapporti tra la nutrizione e il patrimonio genetico individuale di ogni singolo individuo. Gli studi degli ultimi anni confermano sempre più la connessione tra l’alimentazione e i geni perché il cibo può accenderli o spegnerli modificando la loro espressione: il Dna non si può cambiare, ma è possibile intervenire sui meccanismi con cui la dieta può attivarlo o disattivarlo. Nel Dna esistono circa 35.000 geni, la maggior parte dei quali sembrerebbe funzionare in relazione alle sostanze nutritive ingerite. Questo darebbe ragione alle antiche medicine orientali che da millenni sostengono la correlazione tra cibo e salute: solo per fare un esempio, nella macrobiotica non esistono farmaci se non i cibi stessi, i quali vengono utilizzati come rimedio per le più comuni malattie”.
Dunque, una nuova frontiera della scienza che contiene una grande speranza per l’umanità?
“Che lo stesso cibo ingerito provoca diverse conseguenze in individui diversi oramai sembra cosa risaputa da tutti, ma se da un lato si è appunto studiato come il nostro corredo genetico regola la risposta individuale al cibo che ingeriamo dall’altro lato si è guardato a come il cibo può cambiare l’espressione genetica. E’ in quest’ottica di ricerca e comprensione che la genomica nutrizionale sta cercando di capire come diversi cibi e nutrienti possano portare sollievo e cura verso alcune malattie cosiddette genetiche come Alzheimer, cancro o la sclerosi multipla. Cibi che funzionino come mattoncini di blocco o semplici operai riparatori dei geni malati o difettosi. Suggerire questa come una cosa improbabile oramai non è più accettabile. In un regime dietetico sano, volto al recupero della forma fisica fare uso di alcuni cibi funzionali detti anche nutraceutici deve essere una cosa prioritaria; ovvero fare uso di alimenti che hanno una funzione benefica sulla salute umana, inclusi la prevenzione e il trattamento di una malattia non può più essere trascurata. Ecco perché le classiche diete che si fondono sulla semplice riduzione calorica non producono benessere né nel soggetto sano e né nell’individuo con patologia; sacrificio, fame e rinuncia non sono di aiuto, mentre individuare i cibi funzionali, incrementare i nutrienti giusti che accendono o spengono i nostri geni ed eliminare tutto quello che è modificato, raffinato ed edulcorato può avere una risposta estremamente positiva sia in soggetti in sovrappeso o obesi e sia in soggetti con patologie invalidanti. Lavorare sulla nutrizione e con la nutrizione può dunque migliorare lo stato di salute dell’uomo in tanti suoi aspetti”.