”A Muntipaùna” – Atto d’amore per una terra dal passato prestigioso

Recensione del prof. Francesco Tuccio al poemetto in versi dialettali di Francesco Pitaro, “A MUNTIPAÙNA, storia di una comunità in versi dialettali” (Ed. Il mio libro, 2013)

Una storia antica e recente, rapida e intensa è concentrata nel poemetto :” A Muntipaùna” di Francesco Pitaro. Tutti i luoghi di questo borgo, dai più noti ai meno noti, dal centro storico alle frazioni sono amorevolmente osservati e poeticamente descritti. Basta uno spunto per evocare un mito, come quello di Ulisse e Nausicaa o una tradizione orale (‘na cèrza randa) o un evento storico come la battaglia “ ‘e Sajinaru” durante la seconda guerra punica.

Tutta la storia di Montepaone è rivissuta e ripercorsa dalle origini, da Aurunco fino ai nostri giorni. In rapide sequenze si snodano sotto i nostri occhi varie fasi storiche: lo sviluppo del borgo da un originario e primitivo nucleo, l’avvento in marina di pionieri, elevati al rango di fondatori – come era nella migliore tradizione classica- il passaggio di Ruggiero e le scorrerie di Turchi e Saraceni, la morte eroica dei testimoni della libertà Luigi Rossi e Gregorio Mattei, nobili figli di Montepaone.

Scorre parallela accanto alla storia civile una storia religiosa tracciata da Santi, frati, vescovi, sacerdoti letterati da Basilio Scamardì, Gregorio De Siena sino ai più recenti sacerdoti don Peppino Russo e don Mario Squillace, dotti letterati e apprezzati maestri di eloquenza.

Accanto a questa storia nobile e illustre vi è quella degli umili – il poemetto ha il merito di strapparli all’oblìo e di affidarli alla memoria dei posteri – per cui rivivono personaggi pittoreschi come don Ugo o socialmente impegnati come “l’Organista” e “ i Ricchi” su uno sfondo di feste paesane. Non sono taciuti i protagonisti della vita politica che hanno determinato consensi e dissensi e hanno alimentato passioni e speranze.

In conclusione Franco Pitaro non ha dimenticato nulla. Ha intrecciato con naturalezza e sapiente maestria miti, simboli, leggende e tradizioni di un borgo, dei suoi luoghi, dei suoi figli illustri e meno illustri, delle sue vicende passate e fresche di memoria, creando poeticamente un’epopea e trasformando la storia in mitologia. Ritengo che i Montepaonesi possano considerare questo poemetto come uno specchio in cui scoprire la propria identità e leggere il presente attraverso il proprio passato, “s’è veru ca fhutùru/non c’è senza passatu”.

L’autore ci avverte che il poemetto consta di quartine di settenari, vorrei solo far notare la difficoltà di costringere concetti e di narrare fatti in versi così brevi e agili, operazione brillantemente riuscita, grazie anche a una cadenza ritmica che imprime nella fantasia del lettore ogni cosa in modo incisivo.

Tralascio alcune dotte citazioni come : “trovaru nu pagghiaru/e ‘u fhiciaru città” che richiama un passo del “Res gestae divi Augusti”. Un “commiato” chiude il poemetto allo stesso modo in cui , nella nostra tradizione letteraria, chiude la canzone petrarchesca e non solo.

Da montepaonese ricambio “a stritta ‘e manu”, ringrazio Francesco Pitaro perché impone all’attenzione dei lettori luoghi, uomini e fatti altrimenti ignorati e condivido con lui l’affetto per il mio paese.

 Francesco Tuccio

Francesco Pitaro è nato a Gagliato (CZ) il 17 febbraio 1953, e vive a Montepaone. Giornalista, ha collaborato alla Radio Vaticana e scritto per Tuttosport, Corriere dello Sport-Stadio, Giornale di Napoli, Giornale di Calabria, Oggi Sud, il Quotidiano della Calabria, Calabria Sconosciuta, Calabria Letteraria, Calabria, Officinae, Bell’Italia. È stato comunicatore presso il Dipartimento “Politiche comunitarie” e all’Unità di progetto “Relazioni internazionali” della Regione Calabria. Collabora alle pagine “Cultura e Spettacolo” di Gazzetta del Sud. È autore di saggi di storia locale, racconti, biografie.

In versi dialettali calabresi ha finora pubblicato: Penzéri  ô fhocularu, poesie in vernacolo calabrese (1992); Tiempi antichi, poesie dialettali calabresi (1997); A Muntipaúna, storia di una comunità in versi dialettali (2013); Magico Natale, racconti e poesie dialettali calabresi (2013); Cunti e Canti, personalità calabresi in versi dialettali (in corso di stampa).

 

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