I Bronzi e la Gioconda

bronzi-di-RiaceLa Gioconda di Leonardo è senza dubbio un bel quadro, sebbene a questo mondo ce ne siano che a titolo personale mi suscitano più interesse. Trovandomi a Parigi, ho però sentito il dovere di pagare il biglietto e visitare il Louvre, e ho visto anche il misterioso quadro. Ho anche visto Notre Dame con i gargoyles, i mostri di pietra che, come tutti sanno, di notte prendono vita e volano. Volano, di notte, vita? Posso per caso dimostrarlo? Certo che no. Qualcuno può dimostrare che non è vero? Certo che no: al tramonto la cattedrale chiude, e non possiamo sapere che cosa vi accade. Avete visto come si crea un mito? Così tutti i ragazzi del mondo, se capitano a Parigi, si fanno fotografare con i gargoyles.

 I Bronzi di Riace dopo 30 anni dalla scoperta si chiamano ancora Bronzo A e Bronzo B, senza una vita, senza una storia, senza passioni, senza leggende, senza fantasmi di notte: niente, Bronzo B e Bronzo A come all’ufficio anagrafe. Saranno anche due statue bellissime, ma fin quando restano A e B, non suscitano alcuna curiosità, alcuno stimolo paragonabile a tutte le favole che sono state raccontare sulla Gioconda. Ci vorrebbero un film, un dramma, un romanzo, della musica; ovviamente, prodotti di alto livello adeguatamente finanziati e lanciati sul mercato culturale mondiale.

 Fin quando si spera che i due marcantoni attirino perché le loro proporzioni sono secondo il canone di Policleto e altra roba che si studia a scuola… beh, ragazzi, di conformi a Policleto ce ne sono a iosa in ogni buco del mondo. Servono delle idee vivaci, trasgressive, accattivanti, inquietanti, contraddittorie, insomma, in una parola, umane!

 Di idee ne ho io un bel po’: chiedere, e, se a chiedere è un ente pubblico, pagare. Se no, si rivolgano a qualche intellettuali locale depresso e deprimente, tutto antimafia segue cena.

Ulderico Nisticò

 

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