Cause profonde del malessere calabrese

consiglio-regione-calabria Fosse per me, i De Gaetano, Ciconte, Guccione, Fedele Luigi e Fedele Diego, Aiello Piero e Aiello Ferdinando, Nucera, Tripodi, Franco, Dattolo, Gallo, Bilardi, Trapani, Grillo, Parente, Magaro, Bova, Adamo, Giordano, De Masi, Talarico, Principe, Battaglia, Amato, Censore, Franchino, Maiolo, Scalzo, Sulla, Loiero (Agazio) e Scalzo, accusati (innocenti, innocenti fino a sentenza definitiva!) di furti di polli, se riconosciuti colpevoli dovrebbero finire al beluas, ad metalla Sardiniae, ad ergastula come sta scritto nelle grammatiche latine a proposito del complemento di colpa e pena; o al remo di una galea o turca o cristiana impegnata nel meglio della battaglia di Lepanto… e senza remissione; infatti sono tanto più (presunti) mascalzoni, quanto meno sono sbarcati a Lampedusa o zingari o diseredati, bensì, a parte lo stipendione politico, sono primari, avvocati… alla faccia della cultura che rende migliori!

 Ma attenzione qui, non caschiamo nella trappola protestante della responsabilità individuale, come se il problema fosse punire De Gaetano, Ciconte, Guccione, Fedele Luigi e Fedele Diego, Aiello Piero e Aiello Ferdinando, Nucera, Tripodi, Franco, Dattolo, Gallo, Bilardi, Trapani, Grillo, Parente, Magaro, Bova, Adamo, Giordano, De Masi, Talarico, Principe, Battaglia, Amato, Censore, Franchino, Maiolo, Scalzo, Sulla, Loiero (Agazio), Scalzo come persone, e magari, dopo che hanno “scontato la pena”, considerarli rendenti e rifarli assessori. Queste cose si vedono nei film americani, mica sono vere.

 Dobbiamo interrogarci sul perché la Calabria sia, mediamente, peggio anche delle altre pur correttissime Regioni. La Calabria, ragazzi, non la Regione Calabria, i politici… perché De Gaetano, Ciconte, Guccione, Fedele Luigi e Fedele Diego, Aiello Piero e Aiello Ferdinando, Nucera, Tripodi, Franco, Dattolo, Gallo, Bilardi, Trapani, Grillo, Parente, Magaro, Bova, Adamo, Giordano, De Masi, Talarico, Principe, Battaglia, Amato, Censore, Franchino, Maiolo, Scalzo, Sulla, Loiero (Agazio), Scalzo, e prima di loro tutti gli altri da Guarasci a Oliverio, tutti costoro non sono marziani scesi ieri sera dal disco volante, sono tra di noi, siamo noi. E dico siamo, perché io non avrei mai votato, nemmeno di fronte a un plotone d’esecuzione, per Guarasci, Varaldi, Loiero, Oliverio di sinistra; ma, sia pure per caso e indirettamente, ho votato, io, sì proprio io, per Pino Nisticò e Chiaravalloti e Scopelliti. Dovevano tagliarmi i polpastrelli, ma li ho votati.

 Perché le liste non le facciamo noi come una volta, quando c’erano i partiti; se le fanno da soli, o arriva una telefonata da Roma. Del resto, se non candidiamo De Gaetano, Ciconte, Guccione, Fedele Luigi e Fedele Diego, Aiello Piero e Aiello Ferdinando, Nucera, Tripodi, Franco, Dattolo, Gallo, Bilardi, Trapani, Grillo, Parente, Magaro, Bova, Adamo, Giordano, De Masi, Talarico, Principe, Battaglia, Amato, Censore, Franchino, Maiolo, Scalzo, Sulla, Loiero (Agazio), Scalzo, la Bindi, Scopelliti, eccetera, chi altro è disponibile che sia almeno decente? Decente, in politica, significa due cose: capace e onesto; ma capace viene prima.

 Un albero secco non produce frutti. Se la Calabria non ha di meglio, le liste nascono per caso, e la gente, al massimo, si astiene.

 Al massimo, ma in realtà i Calabresi vanno a votare, e sanno benissimo per chi votano. L’eletto calabrese deve infatti avere le seguenti caratteristiche:

  1. essere un tantino meglio dei suoi elettori tanto da piacere, e non tanto meglio da spaventare o rendersi antipatico: mesocrazia, il governo dei mediocri;
  2. mostrare un’istruzione sufficiente ma non eccessiva, soprattutto in fatto di lingua italiana;
  3. rivelarsi disponibile a fare un favore personale a qualcuno.

 Si deduce che la guasta classe politica è lo specchio di una comunità regionale guasta. La prova evidente è che la destra calabrotta (destra? ridete!) si è subito offerta a sostenere Oliverio in cambio di un paio di assessorati. Embrassons nous, scusate il francesismo.

 Ci vuole un commissario giapponese.

Ulderico Nisticò

 

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