Prima di chi, perché?

Comune Soverato Ora pare si voti il 7 giugno, e ci toccheranno, se è così, altri due mesi e mezzo di stucchevolissime notizie su incontri e riunioni e proclami e visite illustri, il tutto con un solo e unico e ripetutissimo argomento: chi. E giù una ridda di nomi, alcuni più o meno veri, altri ballons d’essai, altri mere ambizioni… Ma nomi, solo nomi; sempre con l’infantile convinzione che il sindaco sia una specie di mago Zurlì capace di risolvere i guai con l’abracadabra. E invece dovrebbe essere il contrario: prima di analizzano i problemi; poi si elaborano le soluzioni; poi, e solo poi, si vede chi potrebbe meglio metterci mano. Quali sono i problemi di Soverato?

  1. Voragine di debiti e rischio di dissesto o equivalenti. A questo proposito, una riflessione: se la città si fosse dotata di chissà quali strutture o avesse dato vita a chissà quali iniziative, e allora io i debiti li potrei anche capire e persino condividere; ma siccome le ultime opere pubbliche sono preistoria come la piastrellazione del Lungomare e il miserando Acquario, e basta e bastissima, e le strade sono un colabrodo di buche eccetera e non parliamo dei marciapiede, volete spiegarmi com’è che il paese è indebitato non come “Cardara Vecchia” ma anche con il suddetto Vecchia Cardara? Mistero.
  2. Chiusura a raffica di attività; e il Signore aiuti quelli che ancora hanno il coraggio di aprirne.
  3. Riduzione del turismo a pochi e sparuti giorni.
  4. Fuga dei giovani e invecchiamento della popolazione: Soverato ha questo non direi invidiabile primato comprensoriale.
  5. Ristrutturazione del centro urbano, a cominciare dalle fogne, le quali, per chi non lo sapesse, sfociano a mare.
  6. Idem per strade, marciapiedi, illuminazione oggi cimiteriale…
  7. Urgenza della conurbazione per poter gestire un vasto territorio a fini e turistici e commerciali e artigianali.
  8. La socialità soveratese si regge solo sulla buona volontà di alcune poche associazioni, e per il resto dilaga l’autoisolamento. Occorre una politica di stimolo della cultura diffusa, a cominciare dall’uso del teatro, da affidare a una fondazione indipendente, e comunque chi sappia leggere e scrivere e sia del mestiere davvero, e ciò anche in assenza di telefonate laiche ed ecclesiastiche da Catanzaro.

 Ecco, io vorrei essere portato a conoscenza di cosa pensino degli otto punti i candidati e loro amici. Degli otto punti, non dell’universo mondo e della palingenesi del cosmo nel prossimo eone; perciò non sognatevi d’incantarmi con “ma i problemi sono ben altro”, che è l’espediente dei disperati quando non sanno rispondere sui fatti concreti e seri.

 Per chi non l’avesse capito, io non sono un intellettuale che caschi nelle trappole delle chiacchiere, ma un portatore sano di cultura, perciò certo che plumas y palabras el viento las lleva.

Ulderico Nisticò

 

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