Che succede nella diocesi di Locri?

 La diocesi di Locri – Gerace è una delle più antiche dell’orbe cattolico, e tra i suoi presuli vanta Barlaam di Seminara. Il territorio attuale va da Monasterace ai confini di Bova. Presenta qualche problemino di ordine pubblico per la presenza della mafia e l’assenza,dal 1943, dello Stato, con qualche sporadica eccezione. Per alcuni anni, dal 1994 al 2008, ne è stato vescovo m. Giancarlo Maria Bregantini, che si acquistò fama di avversario della mafia, poi, una bella mattina, venne trasferito nell’anonima sede di Campobasso come arcivescovo: promoveatur ut amoveatur, pensò qualche malevolo. Gli succede Giuseppe Fiorini Morosini, che però il 13 luglio scorso è stato trasferito e promosso arcivescovo di Reggio – Bova. La sedia di Locri – Gerace è rimasta vacante, e vaca a tutt’oggi 18 novembre. Qui delle due è l’una: o la Chiesa intende accorpare Locri a Reggio, e se fa lo stesso con Oppido mette assieme una diocesi provinciale, che poi sarebbe un impegno informale del Concordato del 1929; o qualche problemino c’è.

 Il giudice Gratteri sferra un attacco che non è alla Chiesa in genere, ma a quella di Locri e a quella di Reggio. E anche qui delle due è l’una: o Gratteri parla a caso, o non parla a caso; ed è un uomo che ha fama di saper fare il suo mestiere, cosa non proprio comunissima a tutti i giudici d’Italia e di Calabria in specie. Che succede, allora?

 Non lo so, e se lo sapessi o anche solo lo sospettassi, lo scriverei. Non sapendo, lo chiedo, e mi piacerebbe leggere una risposta.

 La Chiesa calabrese, questo almeno posso dirlo, dovrebbe e potrebbe fare di più per questa terra che, vi ricordo, è l’ultima d’Europa o giù di lì per ogni parametro positivo, e in testa per il contrario. Potrebbe condannare con fermezza non tanto quattro poveracci che per tradizione scannano la capra a Polsi, ma la zona grigia, i Calogero Sedara – ce ne sono, a Locri – che non sono mafiosi ma alleati della mafia, che è anche peggio; e scomunicare politicanti e funzionari della Regione se non spendono i fondi europei. Ma è peccato, obbietterà qualcuno? Sì, leggetevi il VII del Purgatorio: i principi che non fanno il loro dovere sono peccatori come e anche peggio del disgraziato che vuole farsi un cosciotto caprino arrostito. Ma condannare il pastorello è meno pericoloso che sferzare i politici o i “signorini” che non sono mafiosi ma, quando serve, possono contare sulle cosche.

 Rispondetemi, vi prego! PS: Per chi non mi conoscesse, sono un cattolico praticante, mica un massone o un libero pensatore o un ateo più o meno devoto o uno di quelli che vanno a Messa per farsi vedere in campagna elettorale. Già, qui dovrei aprire il discorso delle campagne elettorali, ma lo rinviamo alla prossima. “Su questo”, disse l’Areopago a san Paolo, “ti ascolteremo un’altra volta”.

Ulderico Nisticò

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *