Racconto del dr. Giovanni Paola sui soccorsi per incidente ferroviario

incidentetreno1A pochi giorni dall’incidente ferroviario del 6 marzo scorso, avvenuto a Gimigliano intorno alle 13,50, il dott. Giovanni Paola, Responsabile dell’unità operativa di Pronto Soccorso del Presidio ospedaliero di Soveria Mannelli, ha voluto descrivere, in una relazione sugli interventi per la maxi-emergenza sanitaria, le fasi organizzative prontamente messe in atto per l’accoglienza, il trattamento e le dimissioni dei 54 pazienti feriti in ingresso contemporaneo nel Pronto Soccorso di Soveria M.. In modo particolare ha voluto rappresentare il senso del dovere, la generosità e lo spirito di solidarietà di tutti i soggetti che in quel momento e a vario titolo, hanno preso parte all’improvvisato sistema dei soccorsi consentendone la perfetta riuscita. Questo il suo racconto:
“La giornata lavorativa al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Soveria Mannelli del 6/3/2014, che per lo straordinario evento accaduto entrerà in una triste pagina di storia locale, era iniziata con una mattinata svolta nella consueta routine di lavoro rappresentata da un’attività prestazionale sottotono rispetto ai numeri consueti (21 ingressi complessivi distribuiti su tutto l’arco del primo turno). Pochi minuti prima delle 14,00, sull’echeggiare dei sistemi acustici delle ambulanze tutte in emergenza, giungevano le prime notizie su un possibile incidente ferroviario, il cui successivo approfondimento, volutamente ricercato dal sottoscritto, eliminava tutti i dubbi: si trattava di un incidente ferroviario con lo scontro frontale tra due treni accaduto sul territorio di Gimigliano.
I frenetici contatti telefonici successivi con le componenti istituzionali (i vari Sindaci di Gimigliano, Cicala, Decollatura e Soveria Mannelli, nonché con il Vice Prefetto Vicario di Catanzaro, con il quale si è poi intrapreso un dialogo telefonico a contatti multipli) chiarivano inequivocabilmente che di fronte c’era un possibile scenario drammatico da dover affrontare nella sua complessità per gli effetti sia sanitari che per le problematiche psicosociali che certamente ne sarebbero derivate.
La prima azione, dopo attenta disamina mentale, è stata quella di “bloccare” il cambio turno (eravamo intorno alle ore 14,00) per ottenere più personale sanitario possibile su cui contare. Il compito è stato semplicissimo perché per tutti gli operatori dell’Ospedale di Soveria Mannelli già in servizio (Medici, Infermieri, Ausiliari) è bastata la diffusione della notizia per ottenere la loro adesione alla collaborazione, manifestando grande sensibilità e carica professionale.
Lo scrivente, favorito ancora da una condizione di relativa tranquillità (il flusso dei feriti non era ancora iniziato) ha continuato a contattare al proprio domicilio anche quelle figure che riteneva indispensabili per i temuti poli-traumatismi che si sarebbero dovuti trattare, chiedendo, ed ottenendone immediata risposta positiva, il rientro in servizio del Medico Radiologo e del Chirurgo, che erano appena giunti a casa dopo la mattinata di lavoro. Anche la Farmacia dell’Ospedale ha offerto la propria collaborazione approvvigionandoci con una dotazione straordinaria di quel materiale, farmacologico e sanitario, di cui avremmo potuto aver bisogno. Non solo, il Farmacista ed i suoi collaboratori sono stati in servizio fino a tarda ora per supportare, in tempo reale, qualsiasi altra esigenza che si fosse manifestata.
Nel contempo, presso il nostro Pronto Soccorso (ormai raddoppiato nelle presenze umane, in quanto all’equipe della mattina, integralmente rimasta in servizio, si è aggiunta quella destinata al turno pomeridiano), si è predisposta una sorta di “rastrellamento di spazi”, ponendo a disposizione ogni ambiente utile (anche quelli solitamente utilizzati per servizi indispensabili – p.e. : spogliatoi, ecc.) – per destinarli all’accoglienza, qualora questa fosse stata elevata, per come sembrava prevedibile. Anche la presenza dei vertici dell’Azienda si è dimostrata efficace perché dopo l’informazione sull’accaduto data dal sottoscritto al Direttore Generale, c’è stato un ricorrente contatto telefonico che ha intrapreso con il Direttore Sanitario aziendale dal quale, ricevendo parole di stimolo positivo per l’impegno che si stava profondendo, ha ricavato un fondamentale sostegno etico, indispensabile anche per acquisire una carica psicologica che in quei frangenti era di inestimabile valore; ha inoltre lo scrivente ottenuto anche l’avallo per l’utilizzo straordinario di tutti gli spazi dell’Ospedale, a prescindere da quelli di pertinenza del Pronto Soccorso (Pediatria, Medicina ed ex Degenza Chirurgica), per l’ospitalità provvisoria dei feriti ed offrire loro le cure in ambienti più adeguati, visto il grande affollamento.
Il Coordinatore dei Presidi ospedalieri dell’ASP, pure lui più volte contattato, si è dimostrato attento e vivo nella gestione dell’evento. E’ stato infatti “determinato e determinante” quando ha attivato i poteri sostitutivi per inviare un Medico Ortopedico (poi diventati due) direttamente all’Ospedale di Soveria Mannelli. La richiesta in tal senso sembrava fondata in quanto oggettivamente era più giusto che, visto l’evento eccezionale dell’incidente ferroviario con la conseguenza della maxi-emergenza (con 54 feriti registrati in un ingresso quasi contemporaneo in P.S.), fosse qualche ortopedico a spostarsi verso l’Ospedale di Soveria Mannelli, piuttosto che una prevedibile gran quantità di feriti da dover trasferire, con altrettante ambulanze, presso gli ambulatori ortopedici dell’Ospedale di Lamezia Terme.
Man mano che cominciavano a giungere i feriti, provenienti sia con mezzi propri che con quelli di soccorso (poi un contingente di feriti è arrivato anche a bordo di un treno speciale), si andava a delineare un quadro ben più complesso rispetto alle previsioni, non solo per il copioso numero di traumatizzati che cresceva sempre di più, ma soprattutto perché per molti feriti il Pronto Soccorso rappresentava anche il primo punto di contatto con i loro familiari che, perciò, a valanga giungevano verso la nostra struttura di emergenza, tutti molto carichi emotivamente e vogliosi di abbracciare i propri cari.
Per affrontare questo aspetto particolare è stato disposto, proprio all’ingresso dell’Ospedale, un filtro fisico da parte di personale dotato di particolare competenza psicologica in modo da attenuare le prevedibili eccessive animosità (bisogna ricordare che tra i feriti c’erano numerosi giovani, tra studenti pendolari ed un’intera squadra di calcio giovanile).
Di fronte a questo imprevisto e contemporaneo afflusso, anomalo per quantità e qualità, è stata intrapresa un’organizzazione di accoglienza diversificata, di tipo sanitaria e assistenziale, ma per sostenerla con successo c’era bisogno di un cospicuo numero di personale, non solo del ramo tecnico ma anche assistenziale.
Durante il momento di grande afflusso, è giunta inoltre la notizia direttamente dal servizio 118 (con il quale si è mantenuto ovviamente un’informazione costante) che stava per giungere un treno speciale, proveniente direttamente dal luogo dell’evento, con a bordo alcuni feriti. Da ciò è nata l’esigenza immediata di avere più risorse a disposizione: dalle barelle alle coperte per proteggere i feriti. Le coperte sono state immediatamente trovate, grazie alle scorte nei reparti e nel magazzino dell’Ospedale di Soveria; per le barelle, beni in quel caso indispensabili, poiché è risultata vana la richiesta inoltrata d’urgenza all’Ospedale di Lamezia Terme, è stata fatta la medesima istanza, naturalmente in modo verbale, ad una ditta specializzata esterna, la quale si è immediatamente attivata per averne recuperato dieci. Tale richiesta è stata poi bloccata nel momento in cui ci è stato concesso di poter utilizzare gli spazi ospedalieri extra – Pronto Soccorso.
Per raggiungere lo scopo dell’incremento del numero di Medici e degli Infermieri disponibili, è bastato un piccolo “grido” di allarme per dare adito ad un’auto-sensibilizzazione senza precedenti dei reparti dell’Ospedale di Soveria Mannelli che si sono proposti con tutti i numeri di cui disponevano, naturalmente con il rientro al lavoro anche di quelli che erano a riposo.
Si è assistito perciò ad una memorabile ed imponente corsa di solidarietà per cui, accanto a tutti i Medici di tutte le UU.OO. di Soveria Mannelli (nessuno escluso, perfino il laboratorio analisi e Farmacia), sono giunti al Pronto Soccorso, non solo il personale infermieristico di appartenenza lavorativa dell’Ospedale, ma in molti casi gli interessati erano accompagnati da qualche congiunto, pure esso sanitario, che si è messo in camice per dare il medesimo contributo.
Emozionante vedere all’opera anche qualche pensionato che, nonostante abbia abbandonato il lavoro da anni, ha avvertito il dovere di offrire concretamente la propria professionalità.
Riguardo al supporto assistenziale, oltre alla presenza delle abituali crocerossine, si è assistito al conforto della presenza data dalle organizzazioni sociali territoriali, quali la Croce Rossa di Decollatura e la Protezione Civile sia di Soveria Mannelli che di Decollatura, accompagnata dai rispettivi Sindaci.
Naturalmente le forze dell’Ordine, con la loro assidua presenza in P.S., hanno mantenuto il necessario ordine pubblico e hanno saputo perfettamente integrare e coordinare le tante componenti associative convenute.
I Medici del Pronto Soccorso, per la circostanza chiamati tutti in servizio, unitamente all’altro personale autoctono, hanno saputo svolgere convenientemente il loro lavoro, anche quello di tipo amministrativo, come la registrazione sul P.C. di tutti gli ingressi ed i passaggi successivi, fino alle dimissioni avvenute, per molti, a notte fonda.
Considerando le difficoltà e l’estemporaneità delle decisioni che si sono dovute prendere, sembra che i risultati conseguiti facciano ritenere che si sia scritta una pagina di buona amministrazione di Sanità nel contraddittorio tessuto sociale calabrese.”

 

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