Riflessioni su una giornata indimenticabile trascorsa a Serrastretta

IL GRUPPO SLOW FOODEmozioni, suggestioni, stupore, condivisione, convivialità, allegria, speranza. Sono queste le riflessioni su una giornata indimenticabile trascorsa a Serrastretta . La mattina in escursione, il pranzo al ristorante Il Vecchio castagno e nel pomeriggio una breve vista al museo Dalidà.
I castagneti con i loro giganti della natura hanno accolto il gruppo numeroso di soci slow food e dei camminatori arrivati da Lamezia. La sapiente guida di Giuseppe Paletta e dei giovani di Serrastretta Trekking ha fatto conoscere ai partecipanti i luoghi storici di questa comunità che affronta il duro lavoro contadino in montagna con energia e profondo rispetto per la sua identità.
Emozioni: percorrendo il ripido sentiero, l’antica mulattiera che porta ai ruderi del mulino de ‘U zu Nicola, come non pensare a quanti sacrifici si dovevano fare per avere quei sacchi di farina di grano o di castagne. Fino agli anni 60 ancora tutto questo era una realtà produttiva.-
Suggestioni: i tanti ruscelli che solcano la montagna , ancora ricchi di acqua, hanno coinvolto i sensi per il colore limpido e per il suono allegro dello scorrere dell’acqua. Particolarmente suggestiva la cascata del Tiritubbo. Ma anche le piccole edicole votive nella loro semplicità ha suscitato altre sensazioni .
Stupore: ora è solo un rudere avvolto da rampicanti, ma nel 1914 era la centrale elettrica, una delle prime in Calabria che portava la luce e la modernità in un paese interno, prima di quanto sarebbe avvenuto in altri centri più grandi. Tutto frutto dell’ingegno e dell’operosità degli abitanti, che videro nell’acqua la forza e l’energia pulita da utilizzare.
Condivisione: la visita alla pastillara ci ha messo davanti ad un’altra realtà .

I BRINDISI A TAVOLAL’emozione di Mario nel vedere tanta gente che ascoltava il racconto del lavoro di essiccamento delle castagne ci ha fatto riflettere sulla situazione difficile che in questi anni sta assediando i castagneti per via del cinipide. La produzione è diminuita fino ad un terzo di quello che si produceva appena dieci anni fa e la nostra visita in qualità di consumatori non può che essere di condivisione nei confronti di chi ancora resiste e si prende cura dei castagneti. In particolare il nostro pensiero è andato alla comunità di Terra madre Castagne e pastille di Serrastretta , che tenacemente continua a raccogliere le castagne della qualità “lucente” ( piccole, saporite e di solito non apprezzate dalla grande distribuzione) . Condividere vuol dire anche passare da consumatori a coproduttori , ( questa è l’espressione di Slow Food ) per far capire quanto è fondamentale il ruolo di tutti noi quando andiamo a fare la spesa e scegliamo quali produttori gratificare. In questo momento visitare le loro piccole aziende apprezzandone il lavoro e la testimonianza di un sapere antico ed ancora vivo, aiuta tutti. Aiuta noi a capire l’importanza di questo lavoro per il mantenimento della biodiversità e per il riequilibrio dell’ambiente , aiuta loro a continuare perché li abbiamo ascoltati ed apprezzati.
Convivialità: L’appuntamento a tavola al ristorante Il vecchio castagno si è trasformato in una piacevole sosta con un profondo senso della convivialità e con l’esaltazione dei luoghi e della stagione autunnale attraverso i sapori : gli antipasti con affettati, ricottine, gelatina,formaggi, le tagliatelle con la farina di castagne, i funghi ,il carrè di maiale con le pastille, la salsiccia arrostita, le costolette di agnello. E per finire i dolci con le castagne decorati nel piatto con i simboli di terra madre. L’arte culinaria di Delfino Maruca, uno degli osti slow food premiati con la chiocciolina ora si arricchisce della professionalità di Mattia, il giovane figlio recentemente laureato in storia con una tesi in etnologia . Un felice connubio fatto di passione per la propria terra che vede i giovani nella nuova dimensione di ambasciatori.
la cascata del TIRITUBOAllegria: il pranzo è stato scandito dalla spontanea abbondanza di brindisi tra i Serrastrettesi, i soci Slow food ed altri commensali tra cui le due ospiti , l’inglese e la svedese, che hanno voluto esprimere il loro apprezzamento per l’indimenticabile giornata.
Speranza: la sensazione che ci può essere un futuro per queste zone interne è tutta racchiusa nelle considerazioni positive degli ospiti che non avevano conosciuto prima questo territorio. Già sono in programma altri percorsi trekking su altri tracciati ( la faggeta, la pietra dei Margari , altri castagneti con
un nuovo posto tappa nell’agriturismo “E turre “ di Viterale ). Una speranza che si fonda sulla straordinaria generosità ed accoglienza dei Serrastrettesi ma che parte dai luoghi storici e paesaggistici ancora ben conservati e di suggestiva bellezza. Questa è la forza per trasformare in opportunità la bellezza dei luoghi, superando la fase di isolamento che ha segnato queste zone e cercando di frenare lo spopolamento.
Un’ultima considerazione: sarebbe la stessa cosa se in questa montagna magica del Reventino al posto dei giganti della natura ( castagni secolari, faggi maestosi e massicci rocciosi affioranti ) ci fossero giganti moderni rappresentati dalle alte pale di un parco eolico?
Credo che questa ipotesi non è lontana ,vista la recente notizia del parco eolico denominato “Trifoglio” che viene riproposto in maniera minacciosa. Dovrebbe interessare i territori di Conflenti, Decollatura, Lamezia Terme ,Motta Santa Lucia, e Platania. Questa minaccia dovrebbe essere contrastata da tutti i cittadini e non solo dalle associazioni ambientaliste: è in gioco il nostro futuro e non si può barattare il paesaggio ,bene primario del territorio, per sanare i bilanci comunali. Basta guardare con occhi diversi cosa ci ha consegnato la natura e cosa possiamo fare per continuare a vivere dignitosamente e con maggiori opportunità economiche, senza devastare irrimediabilmente i territori.

MARISA GIGLIOTTI
Referente progetto Appennino , slow food Calabria.

 

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