Uomo di 58 anni pestato a morte da 33enne perchè aveva una relazione virtuale con la moglie

I militari della Compagnia e del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Gioia Tauro hanno notificato un decreto fermo di indiziato di delitto emesso in data 27.06.2019 a carico del 33enne Giuseppe Cacciola, presentatosi spontaneamente presso gli uffici del Comando dei Carabinieri Rosarno in quanto ritenuto responsabile del reato di omicidio ai danni di Domenico Pangallo, il 58enne ucciso mercoledì a San Ferdinando.

Il provvedimento di fermo è giunto all’esito delle preliminari ed incessanti attività investigative condotte dai Carabinieri di Gioia Tauro, unitamente alla Sezione Rilievi del Comando Provinciale di Reggio Calabria, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Palmi che hanno permesso di fare luce in poco tempo sulla dinamica dell’uccisione, sul movente dell’omicidio e sul contesto in cui è maturato. Le indagini, infatti, hanno consentito di appurare che la sera del 26 giugno, Domenico Pangallo era stato indotto con l’inganno a recarsi a San Ferdinando presso la casa della moglie di Giuseppe Cacciola a cui era legato da una relazione virtuale.

Una volta entrato all’interno dell’abitazione, il 58enne era stato ripetutamente percosso in modo violento con schiaffi e calci al volto ed ai fianchi da Giuseppe Cacciola. Il 33enne lo ha poi trascinato esanime sulla strada, proprio a pochi metri dall’ingresso dell’abitazione e lo ha moribondo sull’asfalto. Dopo il delitto, Giuseppe Cacciola si era reso irreperibile ed era ricercato dai Carabinieri di Gioia Tauro e dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria di Vibo Valentia. Ricerca finita nel pomeriggio di ieri quando il 38enne ha deciso di costituirsi. L’arrestato, al termine delle formalità di rito, sarà associato presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.