Parliamo seriamente dell’immondizia

 Fino a qualche decennio fa la spazzatura quasi non c’era: utilizzavano, i  nostri vecchi, le molliche per le galline, i grassi per il sapone, i rottami per la campagna… e quel poco che finiva negli immondezzai era diciamo così biodegradabile, e senza chimica e roba del genere. I rifiuti sono un effetto dell’economia di consumo e sovrapproduzione di qualsiasi cosa, compresi gli involucri quasi sempre inutili e i colori accattivanti, eccetera. A esigenze nuove dovrebbero seguire risposte nuove, e nei luoghi evoluti ciò di solito avviene.

 La Calabria, sempre arretrata, conosce invece solo l’immondezzaio, chiamato pomposamente discarica; ovvero, prendere le buste da una parte e metterle dall’altra, molto spesso senza manco un poco di trattamento. La Regione, nelle persone di tutti i presidenti di Giunta da Guarasci a Scopelliti, non ha assunto alcun provvedimento diverso dal letamaio; e alcuni di loro, tra cui Chiaravalloti e lo stesso Scopelliti, sono stati commissari con pieni poteri. Ma i pieni poteri non servono a nulla, se uno non ha i baffi per esercitarli: e infatti la Regione ha tutte le colpe di questo e dell’altro mondo.

 Non lo dico solo io, lo sta dicendo l’assessore regionale Pullano! Bravo.

 Soverato, detta pomposamente Perla, è in Calabria, perciò la sua sozzeria finì negli anni in immondezzai promossi a discariche. Se mi sbaglio correggetemi, ma non mi risulta che nessun sindaco abbia mai promosso alcunché al fine di riciclare, recuperare, differenziare, guadagnarci qualcosa, e comunque fare del rifiuti altro che portarli ad Alli e Pianopoli. Se mi sbaglio, correggetemi non con chiacchiere, ma con dati e notizie concrete. Non si accettano promesse retrodatate, giacché quod est factum non potest fieri infectum, e figuratevi quod non est factum.

 Oggi 18 gennaio 2014 la nobile città di Soverato è pulita fino all’ultimo cassonetto. Una colombella mi ha sussurrato che molto presto partirà la raccolta differenziata dell’umido, che è quello che più puzza e disgusta; e così via per il resto. Io ci credo, perché finora ho visto; e, per il poco che ho potuto, io stesso ho fatto qualcosa che prima nessuno mi faceva fare.

 E se sarà vero, come io credo, ragazzi questa sì che sarebbe una botta! Avanti, differenziamo.

Ulderico Nisticò

 

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