Inviti a teatro

 Ingorgo teatrale, nel periodo prenatalizio. Io ho il dovere di invitarvi, cari lettori: poi, fate voi.

–        Venerdì mattina, ore 10 a teatro, il Liceo di Girifalco mette in scena la Mandragola di Nicolò Machiavelli, però nella versione parodistica e cantata di U. N. il quale ogni tanto si diverte anche così.
–        Venerdì sera, Ragioneria, l’Università della Terza età si scambia gli auguri di Natale; Ramona Calcagno leggerà Il principino malumoroso di U. N.
–        Sabato in prima serata, il Liceo Coreutico incontra i genitori presso il salone della Parrocchia di Laganosa; andrà in scena lo stesso Principino, in versione teatrale per la regia di Tonino Pittelli, recitata dai ragazzi del Liceo;
–        Subito dopo, alle 20, nella piazza Padre Pio di San Sostene Marina, il dramma sacro L’incanto della stella, di U. N., regia di Tonino Pittelli, scenografie di Franco Papini, Rocco Paparazzo e Nadia Abruzzo, recitato dal popolo di San Sostene e altri amici, settanta attori;
–        e la serata si chiude con il coro il Mosaico che tiene il concerto di Natale, accompagnato dal racconto Il burbero di U.N. e da testi di Francesco Brancatella.

 Sono tutti momenti culturali e sociali validi anche solo come occasioni d’incontro. Quando alla qualità, giudichi il lettore. Io qui rendo conto e suscito curiosità e provocazione sull’Incanto della stella, lo stupore religioso che è l’essenza della Natività e della tradizione popolare del presepe, che diverrà teatro. Faccio dono ai lettori dei versi che danno il nome all’opera:

Andate voi tutti a vedere: io non ho questa necessità.
Voi avete bisogno di vista, di udito, di sensi, di lenta ragione,
di mente incerta e di pena, perché vi sia concesso di credere,
voi saggi, voi dotti, voi nobili.
Io, umile donna dei campi, io senza libri né scuole,
io che sono nata da poveri, e mi hanno insegnato i telai
e  governare la casa, e il lieto sudore dell’orto,
ed intrecciare canestri e maritare le viti,
io ora reso accorta e sapiente
 con la meraviglia del cuore io ora leggo il libro del cielo,
e resto incantata del bello, del grande, dell’alto di Dio,
e levo i miei occhi alla stella, che non li distolga mai più.
O dono sterminato di Dio per dare certezza alle anime!
Se avessi mai bisogno di fede, per insegnarla ai miei figli,
null’altro basterebbe per prova che l’infinita armonia,
la connessione perpetua degli astri, della terra e del cuore,
e i canti che sento e che vedo in questa immensa danza di luci.
Andate voi tutti, io già so.

 Ulderico Nisticò

 

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