Soverato – Presentazione del libro di Tiziana Iaquinta “Eravamo felici”

<<Inizio la presentazione di un nuovo libro sempre da Soverato>>. Esordisce così Tiziana Iaquinta, Pedagogista Ricercatrice all’UMG di Catanzaro, giunta sabato 10 Marzo nel Salone dell’Istituto Maria Ausiliatrice in veste di scrittrice per presentare il suo ultimo lavoro edito da Algra Editore. A parlare di lei ci sono la relatrice dell’incontro Presidente ex allieve Soverato Prof.ssa Avv. Ermelinda Lifrieri che inquadra l’evento come un momento non solo di informazione ma di formazione; il Consigliere Comunale Cultura Turismo e Spettacolo Dott. Emanuele Amoruso che descrive l’iniziativa come speciale perché Tiziana è una donna speciale; la Direttrice FMA Suor Ausila De Siena che sottolinea come il libro contenga il racconto di un dolore che porta alla felicità. Dopo “Ciao Caterina. Lettera sulla soglia”, ancora una volta la morte diventa l’occasione che determina la scrittura. Tiziana decide di pubblicare la stessa storia del primo romanzo, quella della morte del marito, questa volta filtrata dal punto di vista proprio della figlia Caterina che, a soli otto anni, racconta i tre giorni successivi alla prematura scomparsa del papà.

<<Mamma, noi eravamo felici>> è la frase che, una sera, la piccola dice a mamma Tiziana mentre si abbracciano sul letto. “Eravamo felici” diventa il titolo del libro. <<La cosa più difficile è stata scrivere in maniera elementare, facendo sì che la voce narrante risultasse quella di una bambina di otto anni>> è la risposta che offre alla domanda della giornalista Teresa Pittelli, seduta dietro il tavolo dei relatori per intervistarla, <<perché sono gli adulti che non sanno superare la morte e non sanno dare ai bambini le risposte alle domande sul dolore>>. Al di là della bellezza narrativa del libro, Tiziana si sofferma sulla necessità di educare i giovani alla sofferenza, perché la sofferenza esiste. Genitori ed insegnati dovrebbero interrogarsi sulle linee guida da dare ai ragazzi per affrontare le situazioni drammatiche che la vita prospetta ad ognuno di noi.

Il tema della perdita e del dolore in Italia non erano trattati prima del lavoro di studio fatto dalla pedagogista, <<perché è strano porre al centro dell’attenzione la crisi che produce la perdita in un mondo che ha come scopo il successo, in cui l’effimero passa per sostanziale>>. La pedagogia del dolore affronta il dolore stesso ma non serve a non soffrire, serve a non implodere. <<Trilogia? Non so. Effettivamente manca solo il mio punto di vista sul lutto, dopo quello di mio marito e di Caterina>> risponde alla domanda della giornalista Pittelli su un possibile terzo romanzo e lascia il suo pubblico con la speranza di aver aperto nelle coscienze degli adulti presenti la volontà di confrontarsi con i propri figli in maniera matura nelle circostanze dolorose. I ricavati della vendita del libro saranno devoluti in beneficenza.

Floriana Ciccaglioni

 

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