Auguri al sindaco

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Ernesto Alecci

 Non dirò molto della lista sconfitta con annessi D’Alema, Oliverio, Enzo Bruno, Michele Drosi eccetera, dei quali tutti l’elettorato soveratese ha mostrato di non curarsi, per dirla educatamente. Grazie della visita, a non presto rivederci.

 Cavalleresca è stata la battaglia di Martinello, che esce, assieme ai suoi, con onore.

 Auguri al sindaco Alecci, che torna ad amministrare. Il primo augurio, e condizione di ogni altro augurio, è che questa volta la sua compagine si riveli solida e coesa, e non ci siano manine pendule e notturne.

 Soverato ha bisogno di continuità e certezze, intanto per superare lunghi anni di lento, inavvertito cumulo di passività, le cui conseguenze pesano sulla questione più seria: l’eventuale dissesto, o altra soluzione.

 Non è solo, anzi non è soprattutto un fatto di bilanci, pur importanti. Il degrado di Soverato è nella perdita della centralità del territorio; nella crisi del piccolo commercio; in un turismo affidato, con rare eccezioni, al caso, e rimasto concettualmente agli anni 1980; nell’invecchiamento della popolazione; nell’affievolirsi della socialità…

 Dobbiamo reagire tutti assieme.  La città ha, infatti, ancora molte potenzialità, se riusciamo a scoprirle e a farne tesoro, con la collaborazione di tutti ognuno per la sua parte. Le energie devono esprimersi da sé, ma non c’è dubbio che l’Amministrazione può e deve esercitare una funzione altamente positiva di stimolo e coordinamento, e, per come si può, sostegno.

 Ci sono fondi europei e nazionali e regionali cui attingere, se abbiamo la bravura di studiare i bandi e stendere progetti.

 E progetti chiari e senza cose strane di nessun genere, o fanno la fine dei 2.700.000,00 euro del Lungomare. Chiudo con questo appello al sindaco Alecci: tra le primissime operazioni cui mettere mano, tenti di tutto per salvare il finanziamento e il progetto, che, valido in sé, sarebbe anche una grande occasione di lavoro e boccata d’ossigeno per la nostra stentata economia.

 Ad maiora.

Ulderico Nisticò

 

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