Un po’ di storia politica della mafia

mafia Sabato prossimo in quel di Catanzaro si terrà una manifestazione dell’associazione antimafia Libera, estesa a diverse altre associazioni, tra cui quelle antifasciste, e a chi vuole: annunziano la loro presenza diversi cittadini, tra cui il sindaco Abramo. Tema della riunione, a quanto pare, è far passare la tesi secondo cui la lotta alla mafia deve procedere assieme alla lotta al fascismo, e che quindi, anche nel 1945, chi combatteva il fascismo combatteva anche la mafia.

 E qui, scusate, siccome io faccio lo storico nei ritagli di tempo, qualcosa non quadra. Come quasi tutti sanno, e chi non lo sa peggio per lui, appena arrivato al potere Mussolini inviò in Sicilia con pieni poteri il prefetto Cesare Mori, il quale in poco tempo stroncò la mafia com’era allora, cioè un potere separato dallo Stato e con autorità sopra interi paesi; una mafia ancora agricola, che non investiva in Svizzera o in BOT: quella era la mafia del 1930, e quella venne inesorabilmente stroncata dal prefetto Mori inviato da Benito Mussolini. Una tale notizia potete trovarla su qualsiasi bignamino, e credo non la neghi, se non in mala fede, nessuno.

 Nel 1943 gli Angloamericani, battuti gli italotedeschi in Africa Settentrionale, intendono attaccare il continente, a cominciare dalla Sicilia. Ammassano aerei e carri e cannoni, ma, prima di questo armamentario, si procurano tale Luky Luciano, mafioso italoamericano detenuto in qualche carcere, e lo paracadutano in Sicilia. Intanto sbarcano in forze, contrastati valorosamente quasi solo dai Tedeschi, con molti episodi sospetti da parte di forze italiane; e con le entusiastiche accoglienze di Palermo.

 Attenzione, non voglio dire che agli Angloamericani, purtroppo fortissimi, servissero per vincere le vecchie lupare dei mafiosi; lo scopo era squisitamente politico, ed era crearsi un sostegno e consenso che, tramite la mafia, si estendesse a tutta la Sicilia e a tutta Italia man mano che veniva sottomessa. Un certo Orlando Cascio, mafioso, venne nominato professore all’università di Palermo, ed ebbe poi un figlio chiamato Leoluca: toh! Parecchi mafiosi confinati vennero promossi a perseguitati antifascisti e nominati sindaci… Insomma, la trattativa Stato mafia!

 Sono cose che m’invento io? Ebbene, leggiamo, leggiamo: la lettura fa bene allo spirito. Leggiamo l’articolo Art. 16. del Trattato di pace del 1947: “L’Italia non incriminerà né altrimenti perseguiterà alcun cittadino italiano, compresi gli appartenenti alle forze armate, per solo fatto di avere, durante il periodo di tempo corrente dal 10 giugno 1940 all’entrata in vigore del presente Trattato, espressa simpatia od avere agito in favore della causa delle Potenze Alleate ed Associate”.

 Insomma, diciamo che la mafia appare tutt’altro che fascista, anzi cooperante attivamente con il fronte antifascista.

 Il resto, ricordatevelo: basta pensare che Cesare Morì visse a lungo onorato e senatore del Regno; mentre Della Chiesa venne ammazzato entro un mese dal suo arrivo in Sicilia! Altri tempi!

 Questo, per la storia. La storia, ragazzi, appartiene al passato, e il passato non si può cambiare. Per tutto il resto, pensatela come volete e andate a tutte le manifestazioni che vi pare.

Ulderico Nisticò

 

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