Altri buoni motivi per ridurre i Comuni

ulderico I lettori ricorderanno che io da anni, e qui e sulla carta stampata e in tv, vado propugnando una radicale riduzione del numero del Comuni, in tutta Italia e soprattutto in Calabria. Ricapitolo molto brevemente:

  • la stragrande maggioranza dei Comuni calabresi fa risalire la sua autonomia a non prima del 1807 o 1811, essendo prima solo dei casali;
  • le autonomie comunali create in quegli anni dagli occupanti francesi comportarono una divisione del territorio secondo gli interessi di qualche approfittatore: consultate una cartina, e vi renderete conto di infinite assurdità;
  • la Calabria, che di fatto conta sì è no due milioni di anime (ma molti abitano a Milano undici mesi e mezzo l’anno) conta 409 Comuni, con una media di cinquemila abitanti a testa; se leviamo Reggio, Cosenza, Catanzaro, Lamezia, Crotone e qualche centro un po’ consistente, la media si riduce a meno, molto meno di mille;
  • per i motivi suaccennati, paesini quasi spopolati hanno vasti territori da gestire; e centri come Tropea e Soverato sono costipati in agri molto ristretti; provate a concepire un piano regolatore, in simili condizioni: e si vede! Pensate solo a Soverato rinchiusa tra due zone industriali, la sua e quella di Laganosa di Satriano.

 Queste cose le vado ripetendo; e dico ci vorrebbe un decreto statale che abolisca tutti i paesi inferiori a ventimila anime. Le proteste… passano, passano. La Chiesa ha abolito la Diocesi di Squillace e la Metropolia (quella di una volta, non ora che tra poco faranno il parroco metropolita) di Santa Severina, e non se le ricorda più nessuno.

 Negli ultimi anni, ai tanti buoni argomenti se ne sta aggiungendo un altro assai più pressante, ed è il crescente indebolimento delle istituzioni comunali. Attenzione, amici, l’analisi è sempre sofistica, quindi non mi rispondete caso per caso; la sintesi, che è molto reazionaria, è evidente: a Soverato, due sindaci e due commissari in due anni; i sindaci di Guardavalle, Borgia, Montepaone, cadono molto spesso; Chiaravalle scricchiola; si aggiunge da ieri Girifalco, con sindaco caduto e in attesa di commissario. Eccetera.

 Carenza di politica seria fa sì, con tutta evidenza, che i Comuni non siano in grado di reggersi: troppo piccoli per problemi troppo grandi.

 E non accenno nemmeno, tanto sono noti, ai disperati problemi finanziari.

 Sarebbe un bell’argomento di dibattito: ma sono certissimo che su questo non interverrà nessuno.

Ulderico Nisticò

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *