Il consigliere ammalato

consiglioregionale1 Quando l’altra volta ho elencato, attraverso i presidenti (di sinistra, A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G. Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero; di destra, G. Nisticò, G. Chiaravalloti, G.B. Caligiuri e G. Scopelliti proseguito in Stasi. Destra e sinistra, si fa per dire), la misera e inutile esistenza della Regione Calabria dal 1970 al 2014, scrissi pure che sospendevo il giudizio su Oliverio. E così facevo eco a diversi pareri, anche di autorevoli miei vecchi camerati, che m’invitavano ad avere qualche fiducia.

 E invece… e invece Oliverio permette a Talarico, maestro nelle arti dei marchingegni procedurali, di rinviare la prima riunione, l’insediamento del Consiglio, regolarmente convocato per oggi 29. Il motivo sarebbe che un certo consigliere Morrone ha la febbre alta. Aggiunge altresì il Morrone che anche altri consiglieri sono “fuori regione”, e, si presume, non distesi sopra un letto di dolore come la Traviata morente e come Morrone, bensì in vacanza e scialo.

 Qui urgono le seguenti riflessioni:

  • i consiglieri suaccennati, eletti e pagatissimi, se ne vanno in ferie di fronte a scadenze urgentissime come l’insediamento del Consiglio, l’elezione del presidente e la formazione della Giunta;
  • il Morrone è malato? Presenti certificato medico, con visita fiscale; se non è malato, si prendano provvedimenti anche penali; se proprio soffre, è legittimamente assente e peggio per lui;
  • Talarico dice che lo fa per garantire che siano presenti tutti e trenta. Talarico è profeta? Garantisce che la sera del 6, festa della Befana, non si rompa una gamba nessuno, magari uno di quelli che sono a sciare “fuori regione”? Nessuno si beccherà un bacillo, virus, batterio? Siamo tutti soggetti alla sorte, anche alla mala sorte: i calabresi, poi…
  • E se un altro ha la bua, che fa, Talarico, rinvia a dopo Carnevale?
  • E c’è sempre in ballo la questione della Ferro, causata da una legge scritta o da perfetti imbecilli o da furbastri che volevano sbagliare apposta per rinviare persino le elezioni; con i prevedibili controricorsi degli amici della suddetta Ferro;
  • E come mai Oliverio acconsente, di fronte all’evidenza che il malanno del consigliere “cuvatusu” odora di pretesto così fragile? Secondo me, altro che i catarri del valetudinario: secondo me deve averci i carboni bagnatissimi nella formazione della Giunta.
  • Egli infatti, Oliverio, ha sì stravinto, ma ha stravinto con nove liste, e tutt’e nove, si sa, vogliono qualcosa: mica hanno lavorato per la gloria! Siccome la matematica non è un’opinione, dividere per nove il potere è un bel guaio. E non sono più i tempi della Prima repubblica, quando il mangia mangia si giovava, di riserva, di infiniti posti di sottogoverno e c’erano persino i Distretti Scolastici.
  • Si aggiunga che anche i Gentile vorrebbero posticini calabresi in nome degli equilibri governativi nazionali; e che persino Franco Corbelli (chi era costui?) chiede, e stampa e tv lo prendono sul serio, di essere nominato assessore all’improbabile assessorato ai diritti civili del Mediterraneo.

 Insomma, il rinvio all’8 gennaio mi puzza peggio dei cassonetti di cui è cosparsa la Calabria; e ciò mi fa molto dubitare che Oliverio possa essere seriamente migliore degli illustri signori suoi predecessori che ho meritatamente esposto di sopra al pubblico ludibrio.

 Del resto non è questione di Oliverio o di Pincopalla, è che i calabresi non sono capaci di governarsi, essendo portati, antropologicamente, a badare solo e ciascuno ai fatti propri e ora (hic et nunc), senza il minimo senso della comunità e degli interessi collettivi; e tutti intelligentoni nel particolare e tonti nel generale. Tremila anni di storia lo dimostrano senza alcun dubbio; e, per favore, evitate di prendervela con i Romani, i Bizantini, i Normanni, gli Angioini, gli Spagnoli, i Borbone, Garibaldi e i terremoti: la colpa è tutta nostra.

 Ma io non casco nella comodità del fatalismo, e nemmeno nelle utopie che tra qualche millennio le cose possano cambiare. Io vorrei che Oliverio facesse una giunta subito, e che questa iniziasse subito a lavorare e a spendere i fondi europei, in questa Calabria che è l’ultima d’Italia e d’Europa. Altrimenti aggiungerò M. Oliverio al triste elenco: di sinistra, A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G. Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero; di destra, G. Nisticò, G. Chiaravalloti, G.B. Caligiuri e G. Scopelliti proseguito in Stasi. Destra e sinistra, si fa per dire.

Ulderico Nisticò

 

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