È desolante il dato delle astensioni, in Calabria appena meno disperato dell’Emilia Romagna, dov’è epocale. Il risultato di Oliverio era previsto, anche se non così netto; e siccome non è pensabile che tutti quelli di destra siano passati a sinistra, è ovvio che quelli di destra non sono andati a votare.
Del resto, Forza Italia e & non hanno nemmeno iniziato una campagna elettorale, quasi sapessero come sarebbe andata. Si pagano, cinque anni di nulla, con la sola eccezione di qualche intervento nella sanità, attribuibile al commissario più che a Scopelliti. Per il resto, il centrodestra non ha speso i fondi europei; non ha progettato nulla di serio; non… basta dire non.
Oliverio riporta al potere una sinistra che dal 1970 al 1995 ininterrottamente e poi con Loiero e & ha amministrato con lo stesso fallimento dei Pino Nisticò, Peppino Chiaravalloti e Peppe Scopelliti di centrodestra. Ora gli concediamo i proverbiali cento giorni per vedere che farà, a cominciare dagli assessori.
Ora, che accade? Che in Emilia ci sarà una fortissima Lega, che vorrà e saprà gestire l’opposizione. In Calabria, Forza Italia non sarà certo capace di un tale atteggiamento politico e psicologico. Non è nata per l’opposizione, Forza Italia, ma per gestire, alla peggio, il potere. I postdemocristiani, se entreranno in Consiglio (scrivo alle 7,43 di lunedì) si sono già accordati con Oliverio. Grillini e altri rivoluzionari della domenica, hanno voti da microscopio.
E allora? E allora ci sarebbe uno spazio immenso per l’opposizione, in una Calabria disperata secondo tutte le cifre; e se non fosse per il nero e il sommerso, sarebbe molto peggio.
Chi la può fare? Nessuna sigla e sigletta delle attuali. Se i postmissini dei sei o sette partitelli fossero stati capaci, avremmo messo assieme una lista; e invece, sotto sotto hanno… abbiamo votato tutti per i “nostri”; e anche gratis.
Da queste considerazioni si dovrebbe giungere a una conclusione: vediamo chi si farà vivo.
Ulderico Nisticò