Sessantatré vergogne calabresi più una

lavori  Anche Genova non scherza quanto a inefficienza criminale; ma io piango i guai miei, e leggo che la Calabria, detta anche la Magna Grecia, vanta un altro dei suoi primati millenari, quello di sessantatré, dico 63 lavori pubblici finanziati e mai finiti, anzi manco iniziati. Più uno, se volete, la mia amata Superstrada delle Serre.

 Io manderei i colpevoli a finire i lavori con pale e picconi senza riposo manco la domenica. In un momento di crisi mondiale, e non parliamo di Calabria, la sola soluzione seria sarebbero appunto i lavori pubblici seri e di largo respiro, che, utili in sé, hanno il vantaggio di mettere in circolazione denaro e creare indotto.

 Noi calabrotti invece abbiamo soldi da buttare via, se rinunciamo a cuor leggero a tanti investimenti.

 Di chi è la colpa? Beh, di politici europei, italiani, calabresi; di burocrati e passacarte; di ricorsi e procedimenti giudiziari che durano ere geologiche, ferie dei giudici incluse: e robaccia del genere.

 Questi stessi figuri dovrebbero spendere, assieme alle altre Regioni meridionali, quindici, e dico 15 miliardi di euro di fondi europei. Manco 15 centesimi, costoro!

 Ci vorrebbe un commissario giapponese con poteri tirannici su tutta la Calabria, altro che elezioni regionali!

Ulderico Nisticò

 

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