Africo e Anime nere

anime nereHo letto metà di Anime nere, il romanzo di Criaco; non so se vedrò il film, e ne dubito. Un film girato ad Africo non è il massimo per uno che, come chi scrive, già non è di ottimo umore per tante buone ragioni, e non ha voglia di deprimersi ancora.

Al pubblico di Venezia non glielo spiegherà nessuno, ma almeno a quello di Soverato e altri glielo spiego io che Africo non è affatto la Calabria di una volta ma il contrario, è la Calabria del dopoguerra, costruita in fretta e furia da progettisti che non avevano mai sentito nominare l’urbanistica, e tanto meno l’estetica. Eh, lasciatemelo dire, “Littoria, dove sei?”, detta poi Latina. Altra roba, roba di prima della guerra! Africo Nuovo è un borgo messo assieme da due villaggi portati via dall’alluvione: Africo e Casalnuovo. Degrado genera degrado, ma è un degrado degli anni 1950.

C’è la mafia come c’è in tutto il Sud, ormai in tutta Italia, perché la guerra l’abbiamo persa, e gli Americani riportarono in Sicilia delinquenti tratti dalle loro carceri, e fecero sindaci e deputati i mafiosi debellati ma non sterminati da Mori agli ordini di Mussolini. E perché almeno fino agli anni 1980 ci fu un patto non scritto tra la mafia e il cosiddetto stato (minuscolo perché participio passato del verbo essere, passato!).

Aggiungete qualche sopravvivenza di usanze arcaiche.

Questa roba rappresenta la Calabria alla mostra del cinema. Mario Caligiuri, assessore alla cultura, plaude al fatto che il film è calabrese, però lamenta che i giornali pensino essere la Calabria non solo mafiosa ma anche brutta e degradata come il paesino di cui sopra,e piange sugli stereotipi. Ma, caro Mario, se uno se ne va a passeggio, che so, senza pantaloni e mutande, poi non può lagnarsi che la gente gli guardi il sedere e ci rida sopra!

Beh, uno può anche pensare a un film crudo e selvaggio, magari fa cassetta tipo quelli sui morti viventi e sugli esorcismi; ma se prima ne ha girati uno sulla Magna Grecia, uno sull’assedio di Catanzaro o quello di Amantea, una storia d’amore ambientata in Sila, una sul fantasma di San Giorgio Morgeto… eccetera. Come fanno in America, che con i film del Padrino e dei Soprano si son fatti i miliardi di dollari!

E invece la Calabria ha totalizzato il primato di due autoreti spaventose in sei mesi: la serie RAI con i rifiuti tossici e i giudici ammazzati, e ora un film antimafia con sfondo di bruttissime case.

Della Calabria penseranno tutti che è solo mafia: un’immagine sulla quale campano in tanti.

Provare a proporre un lavoro di segno diverso, positivo, ben scritto, elegante, con ambientazione in luoghi nobili e antichi? Inutile, la nostra classe dirigente capisce solo mafia o antimafia.

Ci ho provato, credetemi: fu come parlare con il muro di Berlino crollato.

Ulderico Nisticò

 

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