Il mare è bello, si nuota, ci si rinfresca, si piglia la tintarella; e basta, tranne per gli appassionati di pesca, vela, immersioni e altre attività per minoranze elette. I più, fatto il bagno, abbiamo il problema di come trascorrere le lunghissime giornate estive. Esistono perciò le molte forme di turismo alternativo, le quali però qui da noi, a Soverato e nell’intera Calabria e Meridione in genere, sono pochissimo frequentate.
– Turismo culturale: temo che nemmeno il 5% dei forestieri siano mai andati a vedere la Pietà del Gagini; e figuratevi Roccelletta (fior di “grandi uomini di cultura” mi hanno confessato di avervi mai messo piede!), Squillace, Gerace, Tiriolo, Taverna, S. Severina, Serra S. Bruno;
– Turismo religioso: basta per tutti il fallimento delle celebrazioni di s. Francesco di Paola, ma aggiungo il miracolo di Torre Ruggero, caduto nel più cupo vuoto;
– Turismo di montagna e di collina: male sfruttata è la singolarità calabrese di avere mari e monti a sorprendente vicinanza;
– Turismo di salute e della terza età: quasi inesistente;
– Turismo sportivo: idem;
– Turismo degli eventi: raro e disorganico.
Eppure non ci vorrebbe nemmeno chissà quale denaro; è sufficiente la fantasia creativa, se chi ce l’ha viene messo in condizioni di lavorare. Certo, sì: sto parlando del Commissario Rizzo e del Comitato Eventi: e ricordo, sicuro di non essere completo, Notte blu, Di-vino, Natale, Carnevale, la grande manifestazione 1-4 maggio, la Rassegna teatrale che ha riportato al Comunale la gente che ne era fuggita… Ecco come far venire gente a Soverato anche senza il solleone e il mare; e molto prima degli asfittici dieci giorni attorno a Ferragosto; anzi d’autunno e d’inverno, e persino con la pioggia. Se di migliaia di visitatori anche solo una parte ha bevuto un caffè, i benefici per l’economia sono stati un tantino maggiori di tutte le valanghe inutili di chiacchiere di Perle e di Rimini e di Ibiza.
Ulderico Nisticò