Dopo la caduta di Alecci, è il giorno della rabbia e della solidarietà. Il sindaco sui tre dissidenti: “Non sanno quello che fanno”.

Comune SoveratoCittadini in piazza per esprimere vicinanza al sindaco. Sui social esplode la rabbia per il nuovo caos politico. Attese rivelazioni dalla conferenza stampa dei dimissionari lunedì

Dopo lo shock di mercoledì con la dimissione di sette consiglieri che ha fatto cadere l’amministrazione, ieri è stato il giorno della vicinanza al sindaco, Ernesto Alecci, e anche di molta rabbia e indignazione che hanno viaggiato su social e siti web per l’intera giornata. Certo, non tutti hanno espresso gli stessi sentimenti. Qualcuno pronto a sottoscrivere la caduta della giunta dopo soli quattro mesi dall’insediamento c’è, ma leggendo i post, i commenti on line, interrogando i cittadini e i commercianti per strada, scorrendo i messaggi che intasano le caselle email delle redazioni, quello che sembra emergere è un grande disappunto popolare per l’ennesima caduta di un’amministrazione cittadina, sulla quale in generale si puntava, anche magari non essendone elettori o estimatori, pur di risalire la china dopo un anno di commissariamento che era seguito al tonfo di un’altra giunta, nel 2013, all’identico modo. Le dimissioni dei sette consiglieri, i tre giovani dissidenti di maggioranza Vittoria Ciaccio, Gabriele Francavilla ed Emanuele Salatino e i quattro di minoranza Francesco Manti e Katya Urzino (Fi-Udc-Fdi), Pietro Curatola (Euforia) e Antonello Gagliardi (Semplicemente Soverato), sono state motivate con il dissenso sul bilancio preventivo, sia nei contenuti che nel ritardo con il quale sarebbe stato elaborato e trasmesso, mancando di coinvolgere adeguatamente la minoranza e i tre dissenzienti. Eppure nei discorsi e nei commenti dei cittadini questi motivi non vengono particolarmente dibattuti nè presi molto in considerazione. Sembra quasi non siano stati compresi. E a farla da padrone è la vergogna di trovarsi di nuovo senza governo della città, la preoccupazione per le sorti economico-amministrative nel breve termine, il disappunto per quello che viene percepito come un tornare indietro.

C’è da dire che l’elemento che unifica e traina tutti questi commenti a caldo è quasi sempre uno solo: la solidarietà popolare della quale in questo momento gode il sindaco uscente Ernesto Alecci. Già evidente nell’inedita riunione di tutti i dipendenti comunali i primi di ottobre, per incoraggiarlo ad andare avanti all’indomani della bocciatura in aula del bilancio preventivo, il gradimento di cui gode Alecci è adesso esploso grazie al detonatore della “cacciata” mortificante, considerata da molti immeritata. Ecco quindi la manifestazione spontanea che ha raccolto tanta gente ieri sera in piazza per manifestare vicinanza al primo cittadino. L’indiscussa onestà personale, l’impegno dimostrato anche passando l’estate chiuso nella sua stanza al Comune per sbrogliare il nodo-debiti (sforzo che a quanto pare non ha pagato), la disponibilità nei confronti di dipendenti, cittadini, avversari, gli sono valsi nel tempo attestati di stima anche dagli oppositori, e gli fruttano adesso un consenso che per la prima volta ha portato in piazza la gente all’indomani della caduta di un sindaco. E c’è già chi parla di nuova candidatura per lui, magari con una squadra realmente nuova.

Prima di pensare alle nuove elezioni, però, occorre ancora capire le motivazioni che hanno portato all’attuale vuoto politico. E che secondo fonti vicine ai dimissionari andrebbero al di là delle mere perplessità sul bilancio preventivo già esposte e protocollate due giorni fa. Ragioni che svelerebbero guerre di potere, personali e partitiche, all’interno della maggioranza? O altre questioni rimaste finora nell’ombra? Bocche cucitissime da parte dei sette, che giurano di dire tutto in un’attesa conferenza stampa prevista per lunedì. Alecci, intanto, nel salutare i sostenitori riuniti in piazza, ha sottolineato di “non sapere ancora perché i tre ex colleghi di maggioranza si sono ammutinati, vanificando mesi di sacrifici, di impegno anima e cuore per la città. Forse occorre perdonarli – ha concluso Alecci – perché non sanno quello che fanno”.

Teresa Pittelli

 

By Teresa

Giornalista, ora anche blogger, vive nei dintorni di Soverato con il marito Orlando e i due figli Viola e Luigi. Cerca di scrivere quello che di bello e di brutto succede nella sua terra, e conservare obiettività e serenità anche quando il contesto non aiuta.

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